Stelle Ossee
Autore: Orazio LabbateCollana: PenneSono senza amore, un cristiano notturno senza amore. Le stelle divorano buio. Prima o poi il buio morirà.
Innamorati nell’Apocalisse, becchini sepolti vivi, incendiari di anime, demoni meridiani, cimiteri e atmosfere crepuscolari sono le figure e le suggestioni che animano Stelle Ossee. I racconti di Orazio Labbate evocano un territorio arcaico e ancestrale, in cui le tradizioni più tipicamente meridionali, legate al mistero e al sacro, trovano un terreno comune con la letteratura e l’immaginario d’Oltreoceano, ideando un microcosmo archetipico, atopico e peculiare al tempo stesso. Labbate conferma l’originalità di una voce ibrida e profondamente personale e la complessità del suo universo narrativo, ispirato al Southern Gothic americano e alla migliore letteratura Siciliana, dando vita a un Sud che si fa luogo letterario, in cui si fondono le suggestioni di scrittori come Flannery O’ Connor, McCarthy, Faulkner, Poe, insieme a Bufalino, Consolo, D’Arrigo, Sciascia. Diciassette racconti che trascineranno il lettore in un mondo onirico, immaginifico e suggestivo, diciassette frecce scoccate al lato oscuro che alberga in ogni essere umano.
“Un innamorato nell’Apocalisse” è presente su Guernica / PEN Flash series, tradotto da Anne Milano Appel.
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Formato libro e-book: 5€Formato libro cartaceo: 10€
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Terrore, amore e poi ancora terrore
0 di 5«È proprio vero che tutto ti tradisce, disse. Anche tu, anche
tu, anche se non lo avrei mai immaginato, o forse sì.
Poi, dopo un attimo di silenzio, mentre una piccola onda gli
bagnava la schiena, chiese: perché l’hai fatto?
L’amico si alzò, si avvicinò a riva e gli tese la mano: perché
tutto, tutto possa tradirti ancora, disse.»
Lucia ogni notte prima di andare a dormire poggia la scatola nera del suo cuore sul comodino. Il signor Dannoso, agente letterario in pensione, osserva la morte altrui dal suo letto d’ospedale e lì si imbatte nell’ultimo manoscritto che valuterà. Vida è una santa, impudica come solo gli innocenti sanno essere.
Sono alcuni dei protagonisti di Terrore, amore, poi ancora terrore, una raccolta di sei racconti sospesi tra l’onirico e il reale, in cui si intrecciano rimandi e situazioni perturbanti in una partita aperta tra lettore e autore.
Malesangue scava nella scrittura con uno stile inconfondibile, omaggiando e uccidendo i propri padri letterari, cimentandosi in un modo nuovo di pensare la letteratura nella continua ricerca di ciò che suscita Terrore, amore e poi ancora terrore, e che per questo merita di essere esperito.
Malesangue è un’entità anonima e collettiva. Nel decennio 2009-2019 ha prodotto racconti e altri misteriosi oggetti letterari su malesangue.com.
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Il peso minimo della bellezza
0 di 5Questo è il tuo bacio. Il tuo peso, venti chili d’amore. Il segno indelebile che vuoi lasciarle
“Questo è il tuo bacio. Il tuo peso, venti chili d’amore. Il segno indelebile che vuoi lasciarle.” Una madre e un figlio sono il nucleo attorno al quale ruota la narrazione del fulminante romanzo d’esordio di Azzurra de Paola, un microcosmo chiuso e autarchico in cui un giorno appare il Dottore, un uomo “perbene” e dalla singolare capacità d’amare, la cui presenza sconvolgerà per sempre i destini dei protagonisti. Grazie a una prosa poetica, dolcissima e violenta insieme, Il peso minimo della bellezza racconta, con forza straordinaria, i piccoli drammi e le enormi sofferenze di questo triangolo amoroso, rivelando al lettore i lati oscuri e taciuti della forma d’amore più pura che esista, quella tra madre e figlio.
• dimensione 15X20
• 184 pagine
• 12 €
• isbn 978-88- 97089-95 – 7ScegliQuick View -
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Uno a testa
0 di 5Nell’universo distopico di Uno a testa a tutti è concessa, una volta nella vita, licenza di uccidere.
Magnifico, vero? Chi non l’ha sognato! Ma attenzione: quando i sogni si avverano, possono
diventare incubi. Un romanzo folgorante e paradossalmente attualissimo.Giancarlo De Cataldo
Nella Repubblica Commerciale, dove tutto è regolamentato dalla GigaCorp, c’è un Prima e un
Dopo la promulgazione della Legge n. 40904, fortemente voluta dal Senatore Flour, che
consente a ogni cittadino, per diritto di nascita, di poter usufruire di un colpo di pistola a testa, una licenza di uccidere contro qualsivoglia persona, animale o cosa, per cui è lecito qualsiasi movente e senza conseguenze giuridiche o penali.
Questo dice la legge, per garantire l’ordine sociale occorre almeno una valvola di sfogo. Il costo in termini di vite umane è ininfluente alla luce dell’equilibrio sociale che ne deriva. Ma cosa comporta nella vita della gente questa mostruosità? Come cambiano i rapporti sociali?
Il Prima e il Dopo investono anche la vita di Sean, biologo marino finalmente a una svolta nella sua carriera, e di Jackie, la sua compagna, che si troveranno coinvolti una trasformazione epocale, in un susseguirsi di colpi di scena che lascia col fiato sospeso fino all’ultima pagina.
A quasi vent’anni dalla sua prima pubblicazione, torna in libreria Uno a testa, potentissimo
romanzo distopico di Michela Volante, un libro che costringe il lettore a confrontarsi con le
possibili distorsioni del sistema democratico in nome della sicurezza e del farsi giustizia da sé, proiettandolo in un universo dove tutto è possibile e che appare, soprattutto oggi, prepotentemente attuale.Michela Volante è nata a Torino e da sempre vive nella stessa casa piena di storie e di libri. Occuparsi di scrittura sotto varie forme le è dunque venuto naturale ed è editor, scrittrice, traduttrice e autrice di testi per le scuole. Come narratrice ha esordito nel 2004 con il romanzo Domani andrò sposa (Frassinelli) seguito, due anni dopo, dalla prima edizione di Uno a testa. Studiosa di letteratura delle donne, pittrice, produttrice musicale, pratica e insegna hatha yoga e si destreggia fra due gatte e un giardino, tutti e tre assai esigenti.
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Il narratore di verità
0 di 5“Cos’è la verità? La verità ha molte facce. È tutto e il contrario di tutto. E a volte può persino coincidere con un bugia.”
Lucio Blumenthal svolge un lavoro inusuale: gira il mondo come narratore di verità, aiuta le persone a confessare ciò che non riescono a dire agli altri.
Sarà il suo bizzarro mestiere a richiamarlo in Val di Brodima, dopo aver ricevuto una strana lettera nella quale suo padre Gildo, che non vede da vent’anni, gli chiede aiuto per riprendere i contatti con una donna misteriosa, Sara.
Lucio si ritroverà coinvolto in un mondo fitto di intrighi e menzogne, che lo costringeranno ad affrontare la sua verità, celata da falsi indizi e apparenze, e a svelare segreti molto più grandi e pericolosi, che finiranno per sconvolgere l’intera valle.
Tiziana D’Oppido esordisce con un romanzo avvincente, dotato di uno stile originale che coinvolge il lettore pagina dopo pagina, in un susseguirsi di colpi di scena, sino al pirotecnico finale.ScegliQuick View -
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Ampi Margini
0 di 5C’erano ampi margini, confini,
scatti da fare sul fondo, e l’erba
tagliata male. Crossare al centro.
Uno a saltare di testa, potevamo
crescere, raddoppiare in difesa.
Poi cosa è successo? Uno ha preso
un treno, uno è saltato di testa
o per aria.
I versi di Ampi margini raccontano di Sud, di adolescenza, di affetti, di cose che non si dimenticano, di morte, di infanzia, di posti in cui era vietato sognare. Sono testi che hanno a che fare con i ritorni: come si ritorna, come si riconosce il luogo, come si fa pace con i nostri passati. Poesie che tentano qualche domanda senza trovare risposta.
Gianni Montieri porta a termine un lavoro e un viaggio, dalla periferia di Napoli a quella di San Paolo, passando da Milano, attraversando il muro di Berlino fino all’acqua di Venezia, e nel vagone prende posto il perdono e si conversa dell’aver cura di tutto, di ciò che è stato, di ciò che abbiamo imparato, di ciò che abbiamo perduto, di chi si ama, dei giorni a venire. C’erano ampi margini, confini apre un verso e indica la strada, il confine tra dolore e felicità è sottile, come la linea di candele accese / rosario che divide la vita dalla morte.
- dimensione 15×20
- 182 pagine
- 15 euro
- ISBN 978-88-94922-26-4
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Hotel Lagoverde
0 di 5«Caro lettore, questa raccolta di racconti ha una peculiarità. Puoi leggere un racconto al giorno, per conciliarti il sonno; ma se preferisci le storie lunghe sappi che i racconti dell’Hotel Lagoverde sono legati assieme da un filo che li tiene stretti l’uno all’altro come fossero tutti parte di un’unica, più complessa, storia.»Gianluigi Bodi
Caro lettore, sei mai stato all’Hotel Lagoverde?
Non ci sono indicazioni sulle mappe, ma se l’Hotel ti è destinato sicuramente troverai il modo per arrivarci.
Lì, in un tempo sospeso in cui tutto è possibile, ogni stanza racconta una storia: chi ritrova il desiderio, qualcuno affoga nel passato, altri rimangono intrappolati in un istante sempre uguale a sé stesso, alcuni perdono il senno, altri lo ritrovano.
Dieci scrittori hanno prestato la loro voce agli avventori dell’Hotel Lagoverde, dando vita a una narrazione suggestiva e inquietante, conclusa e collettiva al tempo stesso, al confine di un luogo sconosciuto e delle nostre stesse paure.
Entra pure, lettore, nelle stanze dei racconti di Gianluigi Bodi, Emanuela Canepa, Alessandro Cinquegrani, Cristò, Domenico Dara, Giulia Mazzi, Michele Orti Manara, Daniela Morano, Ivano Porpora e Paolo Zardi, sarai il benvenuto.
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La forma della farfalla
0 di 5Oggi, ore 10:25
Un asteroide colpisce la Terra senza alcun preavviso.
Nel punto d’impatto sorge un piccolo centro commerciale.
All’interno c’erano almeno cinquantadue persone.
La forma della farfalla è la configurazione che prendono i detriti, le cose e il cielo dopo che un asteroide ha impattato su un piccolo centro commerciale, disintegrandolo. All’interno, cinquantadue persone raccontano la loro storia, i pensieri che attraversano la loro mente al momento dello schianto, in una Spoon River contemporanea dove non resta più nulla, tranne le voci. L’astronauta, l’astrologo, la commessa, il contadino, ma anche il mare, il blu, il giallo, il verde, Dio, l’apostata, il sole, sono i personaggi di questa narrazione, archetipi senza tempo raccontati per frammenti e tenuti insieme da una solida coerenza testuale, dalla scia di un asteroide che cambia tutto in un istante. Romanini racconta con padronanza di stile, che sfiora la prosa poetica, un mondo che sta per essere sommerso e che invece si perpetua nell’esistenza mitica dell’umanità.
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Le cose imperfette
0 di 5Dove ho imparato quasi tutto
quasi niente – dove, che è
da nessuna parte – dove
andiamo noi, la fine dell’Asse
Mediano, là dove finisce.Le cose imperfette è un libro sulle persone e sulle loro storie: note o sconosciute, amici o donne e uomini mai incontrati, vivi o morti che siano. Alcuni hanno un nome, altri non ce l’hanno, tutti hanno un volto, tutti quanti fanno memoria.
I migranti, la donna amata, gli affetti familiari, Roberto Bolaño, David Bowie, Stefano Cucchi, David Foster Wallace, Silvina Ocampo, Milo De Angelis, Michele Mari, gli altri sono le cose imperfette e ognuno di loro è un pezzo del tempo che ci rimane. È un libro fatto di asfalto e mare, di divani e sedili di treni e di molte cose sconosciute.
Tre capitoli che si portano addosso una domanda sul futuro, un’altra sulla fortuna che abbiamo e nessuna risposta, come se la marea, nel suo ritrarsi, avesse lasciato una scia di occhi, volti, mani e parole che le poesie hanno raccolto.
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Strategia dell’addio
0 di 5“Le parole di Elena Mearini sprigionano un’energia smagliante e guerriera. La sua non è mai contemplazione del mondo: è sempre combattimento.” Raoul Montanari
Strategia dell’addio è la storia poetica di un amore e di un abbandono raccontato in versi. La parabola di un amore infelice, dalla solitudine, all’incontro, alla crisi fino al superamento del dolore, è descritta e sviscerata attraverso brevi didascalie del quotidiano, istanti fermati e scandagliati con occhio acuto e penna affilata, capace di esercitare con precisione chirurgica la dolcezza e la crudeltà necessarie a sopravvivere. Il linguaggio di Elena Mearini e si fa di volta in volta strumento d’indagine, espressione di dolore, rassegnata tenerezza, lotta indomita contro la sofferenza, sorriso con cui guardare a un addio, in una sinfonia di sensazioni che diviene cifra di un sentire universale. Contraltare a questo canto intimo e struggente, i disegni dell’illustratrice Clara Patella, il cui tratto netto, aperto, minimale ma dotato di delicatezza e profondità, dona risalto alla scrittura poetica, aiutando il lettore a trovare la propria Strategia dell’addio.
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Ipotesi del vero
0 di 5Quanti hanno dentro un dolore
imparato a memoria come una poesia
che se la dici canta
che se lo chiami muore.
Il nuovo libro di Giorgio Ghiotti sono due: Ipotesi del vero e L’andare e l’addio. Uno ha un titolo pacatamente razionale, l’altro ha un più incalzante passo sentimentale. Possono essere letti come due libri autonomi e persino molto eterogenei. Eppure l’autore ha voluto ricomprenderli sotto il titolo comune Ipotesi del vero, come se il secondo fosse il rovescio e la verifica del primo.
Il primo è un libro dei ritorni, possibili e impossibili: quello del poeta a Roma e quello dei morti. Il secondo è un libro dedicato a un bambino: non è un libro per bambini, ma la testimonianza affidata a un bambino da un adulto.
Praticare la poesia come Ipotesi del vero significa per Ghiotti dire una cosa due volte: prima ai morti, e poi a un bambino. Fare in modo che le proprie parole inverino quelle dei morti e che un bambino non si senta un giorno tradito da ciò che gli è stato consegnato.
dalla postfazione di Carmelo Princiotta
Giorgio Ghiotti (Roma, 1994) ha pubblicato, tra gli altri, Dio giocava a pallone (nottetempo), Gli occhi vuoti dei santi (Hacca, finalista ai premi Flaiano e Mastercard), Atti di un mancato addio (Hacca), Le cattività domestiche (Fve). In poesia: Estinzione dell’uomo bambino (Perrone), La città che ti abita (Empirìa), Alfabeto primitivo (Perrone), La via semplice (Ensemble, Premio Paolo Prestigiacomo), Biglietti prima di andare (Ensemble). Scrive sulle pagine culturali de il manifesto.
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