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  • Ipotesi del vero

    0 di 5

    Quanti hanno dentro un dolore

    imparato a memoria come una poesia

    che se la dici canta

    che se lo chiami muore.

    Il nuovo libro di Giorgio Ghiotti sono due: Ipotesi del vero e L’andare e l’addio. Uno ha un titolo pacatamente razionale, l’altro ha un più incalzante passo sentimentale. Possono essere letti come due libri autonomi e persino molto eterogenei. Eppure l’autore ha voluto ricomprenderli sotto il titolo comune Ipotesi del vero, come se il secondo fosse il rovescio e la verifica del primo.

    Il primo è un libro dei ritorni, possibili e impossibili: quello del poeta a Roma e quello dei morti. Il secondo è un libro dedicato a un bambino: non è un libro per bambini, ma la testimonianza affidata a un bambino da un adulto.

    Praticare la poesia come Ipotesi del vero significa per Ghiotti dire una cosa due volte: prima ai morti, e poi a un bambino. Fare in modo che le proprie parole inverino quelle dei morti e che un bambino non si senta un giorno tradito da ciò che gli è stato consegnato.

     

    dalla postfazione di Carmelo Princiotta

     

     

    Giorgio Ghiotti (Roma, 1994) ha pubblicato, tra gli altri, Dio giocava a pallone (nottetempo), Gli occhi vuoti dei santi (Hacca, finalista ai premi Flaiano e Mastercard), Atti di un mancato addio (Hacca), Le cattività domestiche (Fve). In poesia: Estinzione dell’uomo bambino (Perrone), La città che ti abita (Empirìa), Alfabeto primitivo (Perrone), La via semplice (Ensemble, Premio Paolo Prestigiacomo), Biglietti prima di andare (Ensemble). Scrive sulle pagine culturali de il manifesto.

    15,00
  • L’esile penna: Fabrizia Ramondino. Itinerari di vita e letteratura ai confini tra realtà e immaginazione.

    0 di 5

    «Se fossi vissuta ai tempi remoti dei cantastorie

    e se fossero vissuti cantastorie donne

    o in tempi meno remoti

    quando le nonne narravano le fiabe del focolare,

    probabilmente non avrei scritto, piuttosto avrei raccontato a voce.

    Ma chi è disposto oggi ad ascoltare semplicemente delle storie da bocca a orecchio?»

     

    Fabrizia Ramondino

    Il progetto di un libro dedicato alla figura di Fabrizia Ramondino si inserisce nel percorso di avvicinamento all’opera di autrici troppo poco note del ‘900 iniziato nel 2019 con il podcast letterario Mis(S)conosciute – Scrittrici tra parentesi.

    Nella sua lunga carriera, Fabrizia Ramondino ha prodotto un’opera multiforme e variegata composta da romanzi, racconti, diari, memoir, testi teatrali, saggi e articoli in cui ha esplorato i più disparati ambiti letterari ed espressivi. La sua scrittura è nomadica ed esprime un modo di essere cittadini del mondo restando, nel contempo, ben radicati nelle proprie origini: leggere i suoi testi ci permette di compiere un viaggio nei tanti luoghi in cui ha vissuto, a partire da Napoli, Sorrento e i paesi vesuviani, per arrivare in Francia, in Germania, in Spagna, nel deserto.

    Ramondino è una cantastorie, narra ciò che vede a partire da uno specifico punto di vista umano, sociale e politico: il suo. Grazie al mestiere di scrittrice riesce a mettere ordine nel caos informe della vita trasformandolo in letteratura, abbracciando con il suo sguardo storie universali che fotografano un’epoca. Raccontare Fabrizia Ramondino è un’azione necessaria da intraprendere per darle il posto che merita nel canone letterario contemporaneo, quel costrutto culturale che dovrebbe raffigurarci e rappresentarci, seguendo l’evoluzione della società nel corso del tempo.

     

    13,50
  • Sangue e viscere al liceo

    0 di 5

    “Il dolore peggiore del mondo è sentire, ma più acuto ancora è il dolore di essere sé stessi.”

    Janey è solo una ragazzina, ma le tocca in sorte un viaggio di formazione e deformazione da incubo, che la vedrà coinvolta tra gang punk e amori incestuosi, intellettuali fascinosi come Genet e femministe privilegiate come la Jong. Tra sofferenza personale ed erotismo al limite, l’autrice trascina la sua protagonista in una tormentata Odissea incestuosa e corporale, senza mai farle perdere lo sguardo puro e innocente da adolescente, con cui assorbe, elabora e attraversa le brutture del mondo. Mescolando prosa, poesia, dramma, plagiarismo e “mappe dei sogni” illustrate, questo libro epocale è anche un manifesto del femminismo più anarchico ed inventivo, il capolavoro dell’erede indiscussa di William S. Burroughs.

     

    La scrittura di Kathy Acker è virtuosa, esasperante, pazza, così sexy e dolorosa e dettata da un cuore selvaggio che nulla può domare. Una scrittrice di riferimento

     

    Jeanette Winterson

     

    Acker dà al suo lavoro il potere di rispecchiare l’anima del lettore… Una Colette postmoderna.

     

    William S. Burroughs

    18,00
  • Una storia sbagliata

    0 di 5

    Giancarlo Visitilli semina in questa storia gli alberi della compassione e
    dell’empatia. Non fanno frutti immediati, ma col tempo crescono e sotto le
    loro fronde ci si ripara dal male. Fanno frutto nel futuro lontano, dove agli
    uomini conviene davvero guardare.

     

    Mario Desiati

     

    Saverio ha sedici anni, una vita familiare difficile e una rapina finita male
    alle spalle. Anche Anna ha sedici anni, frequenta il liceo classico e
    proviene da una famiglia benestante di Bari. Il destino che li unisce sarà lo
    stesso che li dividerà, uno in carcere, l’altra fuori ad aspettarlo e a cercare
    notizie sul suo conto. Fra loro la scuola, gli assistenti sociali e i familiari ma
    anche il teatro, la
    letteratura, il cinema e la musica come ancora di salvezza, tentativi di
    sfuggire a un destino.
    Giancarlo Visitilli nel suo romanzo d’esordio ci accompagna in una Bari
    dicotomica, fatta di case borghesi e periferie degradate che fanno da
    sfondo a Una storia sbagliata come tante, in cui si fronteggiano amore e
    violenza e che si muove in una geografia fatta di spazi umani, rette
    parallele senza punti fissi, dove l’unica speranza che resta è nello sguardo
    degli adolescenti.
    Una storia senza redenzione, in cui lo spazio e il tempo rimangono
    categorie adatte solo per il volo, per andare via senza previsione di ritorno.

    16,00
  • La variabile umana

    0 di 5

    Non ci abitiamo mai completamente
    spesso siamo un sottano
    a volte una villa con giardino
    raramente siamo casa e bottega
    arredata con gusto.

     

    In un mondo alla deriva, in cui le azioni umane ci hanno posto fuori dal cerchio della
    vita stabilendo gerarchie e ruoli, originando ogni forma di potere, disuguaglianze,
    discriminazioni, nuove schiavitù, guerre, catastrofi ambientali, esiste ancora un futuro
    per l’essere umano?
    La variabile umana indaga il concetto di umanità e le sue forme. Prendendo in
    prestito il gioco infantile Nomi, cose, città, riporta in vita il bambino perduto in
    ognuno di noi, quello che inventava mondi e che invece da adulto costruisce e
    distrugge, comanda e soccombe, crea e fossilizza, parte libero e arriva alla meta
    dentro gabbie invisibili.
    Le poesie di Elisabetta Stragapede tengono in mano un filo perduto, quello della
    parola che ci accomuna tutti e ci proietta oltre il nostro tempo di vita, generando un
    canto liberatorio capace di riconnetterci con l’armonia dell’universo e, soprattutto,
    con la speranza.

    12,00

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10 motivi per Non […]

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    Il primo è un libro dei ritorni, possibili e impossibili: quello del poeta a Roma e quello dei morti. Il secondo è un libro dedicato a un bambino: non è un libro per bambini, ma la testimonianza affidata a un bambino da un adulto.

    Praticare la poesia come Ipotesi del vero significa per Ghiotti dire una cosa due volte: prima ai morti, e poi a un bambino. Fare in modo che le proprie parole inverino quelle dei morti e che un bambino non si senta un giorno tradito da ciò che gli è stato consegnato.

     

    dalla postfazione di Carmelo Princiotta

     

     

    Giorgio Ghiotti (Roma, 1994) ha pubblicato, tra gli altri, Dio giocava a pallone (nottetempo), Gli occhi vuoti dei santi (Hacca, finalista ai premi Flaiano e Mastercard), Atti di un mancato addio (Hacca), Le cattività domestiche (Fve). In poesia: Estinzione dell’uomo bambino (Perrone), La città che ti abita (Empirìa), Alfabeto primitivo (Perrone), La via semplice (Ensemble, Premio Paolo Prestigiacomo), Biglietti prima di andare (Ensemble). Scrive sulle pagine culturali de il manifesto.

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  • L’esile penna: Fabrizia Ramondino. Itinerari di vita e letteratura ai confini tra realtà e immaginazione.

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    «Se fossi vissuta ai tempi remoti dei cantastorie

    e se fossero vissuti cantastorie donne

    o in tempi meno remoti

    quando le nonne narravano le fiabe del focolare,

    probabilmente non avrei scritto, piuttosto avrei raccontato a voce.

    Ma chi è disposto oggi ad ascoltare semplicemente delle storie da bocca a orecchio?»

     

    Fabrizia Ramondino

    Il progetto di un libro dedicato alla figura di Fabrizia Ramondino si inserisce nel percorso di avvicinamento all’opera di autrici troppo poco note del ‘900 iniziato nel 2019 con il podcast letterario Mis(S)conosciute – Scrittrici tra parentesi.

    Nella sua lunga carriera, Fabrizia Ramondino ha prodotto un’opera multiforme e variegata composta da romanzi, racconti, diari, memoir, testi teatrali, saggi e articoli in cui ha esplorato i più disparati ambiti letterari ed espressivi. La sua scrittura è nomadica ed esprime un modo di essere cittadini del mondo restando, nel contempo, ben radicati nelle proprie origini: leggere i suoi testi ci permette di compiere un viaggio nei tanti luoghi in cui ha vissuto, a partire da Napoli, Sorrento e i paesi vesuviani, per arrivare in Francia, in Germania, in Spagna, nel deserto.

    Ramondino è una cantastorie, narra ciò che vede a partire da uno specifico punto di vista umano, sociale e politico: il suo. Grazie al mestiere di scrittrice riesce a mettere ordine nel caos informe della vita trasformandolo in letteratura, abbracciando con il suo sguardo storie universali che fotografano un’epoca. Raccontare Fabrizia Ramondino è un’azione necessaria da intraprendere per darle il posto che merita nel canone letterario contemporaneo, quel costrutto culturale che dovrebbe raffigurarci e rappresentarci, seguendo l’evoluzione della società nel corso del tempo.

     

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