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antologia poetica
il mio interlocutore
è solo
l’assoluto,
solo con lui io fotto
solo con lui
mi illudo.
Letta e apprezzata fin dagli esordi da Dacia Maraini, Attilio Bertolucci, Natalia Ginzburg e soprattutto Franco Fortini, la poesia di Anna Cascella Luciani si presenta nuovamente al pubblico con un’antologia d’autrice.
In versi lievi, ironici e puntuti, la poetessa delle voglie e degli amori terreni torna a parlarci di storie umane e divine, intrecciando antichi miti a uno sguardo lucidissimo sul mondo, di cui sa cogliere insieme la bellezza e l’orrore.
La levità di Cascella Luciani non è mai banale svagatezza, ma conquista etica e poetica, come rivela la scienza epigrammatica dell’autrice.
La squisita fattura dei versi non ne opacizza mai la sorprendente forza comunicativa, la capacità di parlare a tutti, dopo aver posato lo sguardo su una rondine o una rosa, un ricciolo, un gioiello o degli stivaletti, un foglio di giornale o il corpo di una madre.
Sorella di tutto ciò che esiste, Anna Cascella Luciani non si è mai pensata come una poetessa di nicchia. Pluripremiata, fintanto che la malattia non l’ha ridotta in una specie di confino, la sua opera ha patito la distrazione di certa società letteraria, ma giovani generazioni di poeti guardano a lei come a una maestra ingiustamente in ombra.
Questo libro è per tutte le lettrici e i lettori che, senza saperlo, la stanno nuovamente aspettando.
dalla prefazione di Carmelo Princiotta
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Uno a testa
Nell’universo distopico di Uno a testa a tutti è concessa, una volta nella vita, licenza di uccidere.
Magnifico, vero? Chi non l’ha sognato! Ma attenzione: quando i sogni si avverano, possono
diventare incubi. Un romanzo folgorante e paradossalmente attualissimo.Giancarlo De Cataldo
Nella Repubblica Commerciale, dove tutto è regolamentato dalla GigaCorp, c’è un Prima e un
Dopo la promulgazione della Legge n. 40904, fortemente voluta dal Senatore Flour, che
consente a ogni cittadino, per diritto di nascita, di poter usufruire di un colpo di pistola a testa, una licenza di uccidere contro qualsivoglia persona, animale o cosa, per cui è lecito qualsiasi movente e senza conseguenze giuridiche o penali.
Questo dice la legge, per garantire l’ordine sociale occorre almeno una valvola di sfogo. Il costo in termini di vite umane è ininfluente alla luce dell’equilibrio sociale che ne deriva. Ma cosa comporta nella vita della gente questa mostruosità? Come cambiano i rapporti sociali?
Il Prima e il Dopo investono anche la vita di Sean, biologo marino finalmente a una svolta nella sua carriera, e di Jackie, la sua compagna, che si troveranno coinvolti una trasformazione epocale, in un susseguirsi di colpi di scena che lascia col fiato sospeso fino all’ultima pagina.
A quasi vent’anni dalla sua prima pubblicazione, torna in libreria Uno a testa, potentissimo
romanzo distopico di Michela Volante, un libro che costringe il lettore a confrontarsi con le
possibili distorsioni del sistema democratico in nome della sicurezza e del farsi giustizia da sé, proiettandolo in un universo dove tutto è possibile e che appare, soprattutto oggi, prepotentemente attuale.Michela Volante è nata a Torino e da sempre vive nella stessa casa piena di storie e di libri. Occuparsi di scrittura sotto varie forme le è dunque venuto naturale ed è editor, scrittrice, traduttrice e autrice di testi per le scuole. Come narratrice ha esordito nel 2004 con il romanzo Domani andrò sposa (Frassinelli) seguito, due anni dopo, dalla prima edizione di Uno a testa. Studiosa di letteratura delle donne, pittrice, produttrice musicale, pratica e insegna hatha yoga e si destreggia fra due gatte e un giardino, tutti e tre assai esigenti.
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Ipotesi del vero
Quanti hanno dentro un dolore
imparato a memoria come una poesia
che se la dici canta
che se lo chiami muore.
Il nuovo libro di Giorgio Ghiotti sono due: Ipotesi del vero e L’andare e l’addio. Uno ha un titolo pacatamente razionale, l’altro ha un più incalzante passo sentimentale. Possono essere letti come due libri autonomi e persino molto eterogenei. Eppure l’autore ha voluto ricomprenderli sotto il titolo comune Ipotesi del vero, come se il secondo fosse il rovescio e la verifica del primo.
Il primo è un libro dei ritorni, possibili e impossibili: quello del poeta a Roma e quello dei morti. Il secondo è un libro dedicato a un bambino: non è un libro per bambini, ma la testimonianza affidata a un bambino da un adulto.
Praticare la poesia come Ipotesi del vero significa per Ghiotti dire una cosa due volte: prima ai morti, e poi a un bambino. Fare in modo che le proprie parole inverino quelle dei morti e che un bambino non si senta un giorno tradito da ciò che gli è stato consegnato.
dalla postfazione di Carmelo Princiotta
Giorgio Ghiotti (Roma, 1994) ha pubblicato, tra gli altri, Dio giocava a pallone (nottetempo), Gli occhi vuoti dei santi (Hacca, finalista ai premi Flaiano e Mastercard), Atti di un mancato addio (Hacca), Le cattività domestiche (Fve). In poesia: Estinzione dell’uomo bambino (Perrone), La città che ti abita (Empirìa), Alfabeto primitivo (Perrone), La via semplice (Ensemble, Premio Paolo Prestigiacomo), Biglietti prima di andare (Ensemble). Scrive sulle pagine culturali de il manifesto.
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L’esile penna: Fabrizia Ramondino. Itinerari di vita e letteratura ai confini tra realtà e immaginazione.
«Se fossi vissuta ai tempi remoti dei cantastorie
e se fossero vissuti cantastorie donne
o in tempi meno remoti
quando le nonne narravano le fiabe del focolare,
probabilmente non avrei scritto, piuttosto avrei raccontato a voce.
Ma chi è disposto oggi ad ascoltare semplicemente delle storie da bocca a orecchio?»
Fabrizia Ramondino
Il progetto di un libro dedicato alla figura di Fabrizia Ramondino si inserisce nel percorso di avvicinamento all’opera di autrici troppo poco note del ‘900 iniziato nel 2019 con il podcast letterario Mis(S)conosciute – Scrittrici tra parentesi.
Nella sua lunga carriera, Fabrizia Ramondino ha prodotto un’opera multiforme e variegata composta da romanzi, racconti, diari, memoir, testi teatrali, saggi e articoli in cui ha esplorato i più disparati ambiti letterari ed espressivi. La sua scrittura è nomadica ed esprime un modo di essere cittadini del mondo restando, nel contempo, ben radicati nelle proprie origini: leggere i suoi testi ci permette di compiere un viaggio nei tanti luoghi in cui ha vissuto, a partire da Napoli, Sorrento e i paesi vesuviani, per arrivare in Francia, in Germania, in Spagna, nel deserto.
Ramondino è una cantastorie, narra ciò che vede a partire da uno specifico punto di vista umano, sociale e politico: il suo. Grazie al mestiere di scrittrice riesce a mettere ordine nel caos informe della vita trasformandolo in letteratura, abbracciando con il suo sguardo storie universali che fotografano un’epoca. Raccontare Fabrizia Ramondino è un’azione necessaria da intraprendere per darle il posto che merita nel canone letterario contemporaneo, quel costrutto culturale che dovrebbe raffigurarci e rappresentarci, seguendo l’evoluzione della società nel corso del tempo.
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Sangue e viscere al liceo
“Il dolore peggiore del mondo è sentire, ma più acuto ancora è il dolore di essere sé stessi.”
Janey è solo una ragazzina, ma le tocca in sorte un viaggio di formazione e deformazione da incubo, che la vedrà coinvolta tra gang punk e amori incestuosi, intellettuali fascinosi come Genet e femministe privilegiate come la Jong. Tra sofferenza personale ed erotismo al limite, l’autrice trascina la sua protagonista in una tormentata Odissea incestuosa e corporale, senza mai farle perdere lo sguardo puro e innocente da adolescente, con cui assorbe, elabora e attraversa le brutture del mondo. Mescolando prosa, poesia, dramma, plagiarismo e “mappe dei sogni” illustrate, questo libro epocale è anche un manifesto del femminismo più anarchico ed inventivo, il capolavoro dell’erede indiscussa di William S. Burroughs.
La scrittura di Kathy Acker è virtuosa, esasperante, pazza, così sexy e dolorosa e dettata da un cuore selvaggio che nulla può domare. Una scrittrice di riferimento
Jeanette Winterson
Acker dà al suo lavoro il potere di rispecchiare l’anima del lettore… Una Colette postmoderna.
William S. Burroughs
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ULTIME DAL BLOG
La lunga chiara pausa caffè dell’anima
Cari amici, lettori, autori, collaboratori di LiberAria,
scrivo oggi una lettera a tutti voi, una lettera che mi premeva tra le dita da molto tempo e che tendevo a procrastinare, forse perché le cose quando si scrivono diventano vere.
Come molti di voi avranno notato, siamo fermi con le pubblicazioni da […]
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Su Il regno della litweb
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