Francesco GravatortaAlla fine, mi sento un po’ un artigiano: forse perché mi piace pensare alle parole come materie da rendere malleabili, come il legno, il ferro, il vetro: devi soltanto imparare a manipolarle, per farci una forma. Oggi scrivo racconti e articoli sul mondo della Rete, gestisco siti, invento campagne di comunicazione, lavoro nei social network, e nel tempo libero passeggio per Torino. Mi chiamo Francesco, ho 30 anni, e tutto sommato fare l’artigiano non è così male.
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Civico 16
Esiste un tempo per scappare nel posto dove vivere sul serio? Sì, ma solo quando si comprende qual è. Succede una sera per caso, a un ragazzo che scopre cose di sé con l’aiuto di un vecchio dentro una città, Torino, vista da un punto che mai si sarebbe aspettato così perfetto.
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Dappertutto
C’è un locale in zona quadrilatero, a Torino, che non è come tutti gli altri. Ha le marionette appese al tetto e i libri legati fra loro, che uno può prendere e leggere mentre sorseggia un the o una pinta di birra doppio malto.
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Vale
Il palco era basso tanto che alle mie ginocchia ci arrivavano le teste di quelli che m’avrebbero ascoltato. Però era sempre così, quando facevamo le gare al Puddhu Bar. C’erano due livelli: io, il beat che batteva, la mia voce.
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