
La variabile umana
Autore: Elisabetta StragapedeCollana: PenneNon ci abitiamo mai completamente
spesso siamo un sottano
a volte una villa con giardino
raramente siamo casa e bottega
arredata con gusto.
In un mondo alla deriva, in cui le azioni umane ci hanno posto fuori dal cerchio della
vita stabilendo gerarchie e ruoli, originando ogni forma di potere, disuguaglianze,
discriminazioni, nuove schiavitù, guerre, catastrofi ambientali, esiste ancora un futuro
per l’essere umano?
La variabile umana indaga il concetto di umanità e le sue forme. Prendendo in
prestito il gioco infantile Nomi, cose, città, riporta in vita il bambino perduto in
ognuno di noi, quello che inventava mondi e che invece da adulto costruisce e
distrugge, comanda e soccombe, crea e fossilizza, parte libero e arriva alla meta
dentro gabbie invisibili.
Le poesie di Elisabetta Stragapede tengono in mano un filo perduto, quello della
parola che ci accomuna tutti e ci proietta oltre il nostro tempo di vita, generando un
canto liberatorio capace di riconnetterci con l’armonia dell’universo e, soprattutto,
con la speranza.
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Ipotesi del vero
0 di 5Quanti hanno dentro un dolore
imparato a memoria come una poesia
che se la dici canta
che se lo chiami muore.
Il nuovo libro di Giorgio Ghiotti sono due: Ipotesi del vero e L’andare e l’addio. Uno ha un titolo pacatamente razionale, l’altro ha un più incalzante passo sentimentale. Possono essere letti come due libri autonomi e persino molto eterogenei. Eppure l’autore ha voluto ricomprenderli sotto il titolo comune Ipotesi del vero, come se il secondo fosse il rovescio e la verifica del primo.
Il primo è un libro dei ritorni, possibili e impossibili: quello del poeta a Roma e quello dei morti. Il secondo è un libro dedicato a un bambino: non è un libro per bambini, ma la testimonianza affidata a un bambino da un adulto.
Praticare la poesia come Ipotesi del vero significa per Ghiotti dire una cosa due volte: prima ai morti, e poi a un bambino. Fare in modo che le proprie parole inverino quelle dei morti e che un bambino non si senta un giorno tradito da ciò che gli è stato consegnato.
dalla postfazione di Carmelo Princiotta
Giorgio Ghiotti (Roma, 1994) ha pubblicato, tra gli altri, Dio giocava a pallone (nottetempo), Gli occhi vuoti dei santi (Hacca, finalista ai premi Flaiano e Mastercard), Atti di un mancato addio (Hacca), Le cattività domestiche (Fve). In poesia: Estinzione dell’uomo bambino (Perrone), La città che ti abita (Empirìa), Alfabeto primitivo (Perrone), La via semplice (Ensemble, Premio Paolo Prestigiacomo), Biglietti prima di andare (Ensemble). Scrive sulle pagine culturali de il manifesto.
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Il narratore di verità
0 di 5“Cos’è la verità? La verità ha molte facce. È tutto e il contrario di tutto. E a volte può persino coincidere con un bugia.”
Lucio Blumenthal svolge un lavoro inusuale: gira il mondo come narratore di verità, aiuta le persone a confessare ciò che non riescono a dire agli altri.
Sarà il suo bizzarro mestiere a richiamarlo in Val di Brodima, dopo aver ricevuto una strana lettera nella quale suo padre Gildo, che non vede da vent’anni, gli chiede aiuto per riprendere i contatti con una donna misteriosa, Sara.
Lucio si ritroverà coinvolto in un mondo fitto di intrighi e menzogne, che lo costringeranno ad affrontare la sua verità, celata da falsi indizi e apparenze, e a svelare segreti molto più grandi e pericolosi, che finiranno per sconvolgere l’intera valle.
Tiziana D’Oppido esordisce con un romanzo avvincente, dotato di uno stile originale che coinvolge il lettore pagina dopo pagina, in un susseguirsi di colpi di scena, sino al pirotecnico finale.ScegliQuick View -
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Ampi Margini
0 di 5C’erano ampi margini, confini,
scatti da fare sul fondo, e l’erba
tagliata male. Crossare al centro.
Uno a saltare di testa, potevamo
crescere, raddoppiare in difesa.
Poi cosa è successo? Uno ha preso
un treno, uno è saltato di testa
o per aria.
I versi di Ampi margini raccontano di Sud, di adolescenza, di affetti, di cose che non si dimenticano, di morte, di infanzia, di posti in cui era vietato sognare. Sono testi che hanno a che fare con i ritorni: come si ritorna, come si riconosce il luogo, come si fa pace con i nostri passati. Poesie che tentano qualche domanda senza trovare risposta.
Gianni Montieri porta a termine un lavoro e un viaggio, dalla periferia di Napoli a quella di San Paolo, passando da Milano, attraversando il muro di Berlino fino all’acqua di Venezia, e nel vagone prende posto il perdono e si conversa dell’aver cura di tutto, di ciò che è stato, di ciò che abbiamo imparato, di ciò che abbiamo perduto, di chi si ama, dei giorni a venire. C’erano ampi margini, confini apre un verso e indica la strada, il confine tra dolore e felicità è sottile, come la linea di candele accese / rosario che divide la vita dalla morte.
- dimensione 15×20
- 182 pagine
- 15 euro
- ISBN 978-88-94922-26-4
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La forma della farfalla
0 di 5Oggi, ore 10:25
Un asteroide colpisce la Terra senza alcun preavviso.
Nel punto d’impatto sorge un piccolo centro commerciale.
All’interno c’erano almeno cinquantadue persone.
La forma della farfalla è la configurazione che prendono i detriti, le cose e il cielo dopo che un asteroide ha impattato su un piccolo centro commerciale, disintegrandolo. All’interno, cinquantadue persone raccontano la loro storia, i pensieri che attraversano la loro mente al momento dello schianto, in una Spoon River contemporanea dove non resta più nulla, tranne le voci. L’astronauta, l’astrologo, la commessa, il contadino, ma anche il mare, il blu, il giallo, il verde, Dio, l’apostata, il sole, sono i personaggi di questa narrazione, archetipi senza tempo raccontati per frammenti e tenuti insieme da una solida coerenza testuale, dalla scia di un asteroide che cambia tutto in un istante. Romanini racconta con padronanza di stile, che sfiora la prosa poetica, un mondo che sta per essere sommerso e che invece si perpetua nell’esistenza mitica dell’umanità.
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Stelle Ossee
0 di 5Sono senza amore, un cristiano notturno senza amore. Le stelle divorano buio. Prima o poi il buio morirà.
Innamorati nell’Apocalisse, becchini sepolti vivi, incendiari di anime, demoni meridiani, cimiteri e atmosfere crepuscolari sono le figure e le suggestioni che animano Stelle Ossee. I racconti di Orazio Labbate evocano un territorio arcaico e ancestrale, in cui le tradizioni più tipicamente meridionali, legate al mistero e al sacro, trovano un terreno comune con la letteratura e l’immaginario d’Oltreoceano, ideando un microcosmo archetipico, atopico e peculiare al tempo stesso. Labbate conferma l’originalità di una voce ibrida e profondamente personale e la complessità del suo universo narrativo, ispirato al Southern Gothic americano e alla migliore letteratura Siciliana, dando vita a un Sud che si fa luogo letterario, in cui si fondono le suggestioni di scrittori come Flannery O’ Connor, McCarthy, Faulkner, Poe, insieme a Bufalino, Consolo, D’Arrigo, Sciascia. Diciassette racconti che trascineranno il lettore in un mondo onirico, immaginifico e suggestivo, diciassette frecce scoccate al lato oscuro che alberga in ogni essere umano.
“Un innamorato nell’Apocalisse” è presente su Guernica / PEN Flash series, tradotto da Anne Milano Appel.
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Sergente Romano
0 di 5In maniera sommessa ma tagliente Cardetta si avvicina all’epica di Tomasi di Lampedusa
In questo libro ci sono tutti gli ingredienti di una sceneggiatura hollywoodiana di ferro fatta per piacere e al tempo stesso racconta il nostro presente e il nostro passato
1861: l’Italia (quasi) unita è il caos di una nascente 1 nazione, un guazzabuglio di fazioni in contrasto, tra borbonici, mazziniani, liberali, clero e i Savoia che smantellano il passato regime, introducono tasse e coscrizione. Sergente Romano è la storia vera e sgangherata di un manipolo di sbandati che il 28 luglio 1861 assaltò Gioia del Colle, in Puglia, quale primo atto di un’insurrezione popolare che avrebbe incendiato il Sud Italia negli anni a venire. A capo di quel manipolo di grotteschi, lirici rivoltosi dalla parte sbagliata della storia, Pasquale Domenico Romano, ex sergente dell’esercito borbonico, che per casualità, amore e vendetta, finirà per essere ricorda to come uno dei più importanti protagonisti del banditismo post-unitario: il più romantico, il più sconosciuto. Tra numerosi documenti storici e una prosa scattante, asciutta, scorre crudo e selvaggio questo romanzo che vuol dare voce ai vinti, quei contadini incapaci di reggere un fucile in mano, che spesso finivano fuori legge quasi senza accorgersene. Il ritratto di un’epoca di transizione che sembra non voler ancora finire.
• dimensione 15X20
• 174 pagine
• 12 €
• isbn 978-88-97089-87-2ScegliQuick View -
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Il grande regno dell’emergenza
0 di 5L’immaginario cataclismatico di Raveggi può non piacere a tutti, ma raffigura bene le esplosioni psichiche che risultano quando l’Italietta per bene incontra i mali di un mondo molto più vasto e complesso
Questi racconti sono carotaggi del Perturbante da cui Raveggi estrae campioni di densità emotiva tanto profonda da sembrare visionaria
“Raveggi ha architettato dei congegni letterari la cui forma è il contrario di quei racconti che sono romanzi bonsai: qui abbiamo romanzi dentro stampi di racconto” Luca Ricci, dall’introduzione Catastrofi amorose, catastrofi naturali, catastrofi familiari: vertigini personali su larga scala. In questa raccolta di racconti troverete commiati estenuanti a un padre orco di tre figli mascherati, maestri che devono salvare i propri alunni da un terremoto, amare fughe di padri e loro pargoli, vite magiche e metamorfosi di esuli e studenti italiani, un bambino in guerra che allucina fantasmi per la troppa fame. Alcune di queste storie sono poi ambientate all’estero: in un ristorante a Tribeca, sotto la neve a Charlottenburg, in una strada fangosa d’Uganda, in una performance vivente in California, nella comunità italiana a Città del Messico, su un aereo diretto a Londra in compagnia della Parca. O spesso a Firenze: città museo rinascimentale e contemporaneo, città irremovibile feticcio, città per elegie fantascientifiche, città di notturni emblematici e incontri erotici,ma anche la città liberata dell’agosto 1944. Un tragicomicoRegno dell’Emergenza, di vite in viaggio pericolante tra il passato e il futuro, tra la storia e quello che ne sarà di noi.
• dimensione 15X20
• 150 pagine
• 10 €
• isbn 978-88-97089-89-6ScegliQuick View -
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Il peso minimo della bellezza
0 di 5Questo è il tuo bacio. Il tuo peso, venti chili d’amore. Il segno indelebile che vuoi lasciarle
“Questo è il tuo bacio. Il tuo peso, venti chili d’amore. Il segno indelebile che vuoi lasciarle.” Una madre e un figlio sono il nucleo attorno al quale ruota la narrazione del fulminante romanzo d’esordio di Azzurra de Paola, un microcosmo chiuso e autarchico in cui un giorno appare il Dottore, un uomo “perbene” e dalla singolare capacità d’amare, la cui presenza sconvolgerà per sempre i destini dei protagonisti. Grazie a una prosa poetica, dolcissima e violenta insieme, Il peso minimo della bellezza racconta, con forza straordinaria, i piccoli drammi e le enormi sofferenze di questo triangolo amoroso, rivelando al lettore i lati oscuri e taciuti della forma d’amore più pura che esista, quella tra madre e figlio.
• dimensione 15X20
• 184 pagine
• 12 €
• isbn 978-88- 97089-95 – 7ScegliQuick View -
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Hotel Lagoverde
0 di 5«Caro lettore, questa raccolta di racconti ha una peculiarità. Puoi leggere un racconto al giorno, per conciliarti il sonno; ma se preferisci le storie lunghe sappi che i racconti dell’Hotel Lagoverde sono legati assieme da un filo che li tiene stretti l’uno all’altro come fossero tutti parte di un’unica, più complessa, storia.»Gianluigi Bodi
Caro lettore, sei mai stato all’Hotel Lagoverde?
Non ci sono indicazioni sulle mappe, ma se l’Hotel ti è destinato sicuramente troverai il modo per arrivarci.
Lì, in un tempo sospeso in cui tutto è possibile, ogni stanza racconta una storia: chi ritrova il desiderio, qualcuno affoga nel passato, altri rimangono intrappolati in un istante sempre uguale a sé stesso, alcuni perdono il senno, altri lo ritrovano.
Dieci scrittori hanno prestato la loro voce agli avventori dell’Hotel Lagoverde, dando vita a una narrazione suggestiva e inquietante, conclusa e collettiva al tempo stesso, al confine di un luogo sconosciuto e delle nostre stesse paure.
Entra pure, lettore, nelle stanze dei racconti di Gianluigi Bodi, Emanuela Canepa, Alessandro Cinquegrani, Cristò, Domenico Dara, Giulia Mazzi, Michele Orti Manara, Daniela Morano, Ivano Porpora e Paolo Zardi, sarai il benvenuto.
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L’esemplare vicenda di Augusto Germano Poncarè
0 di 5Niente funziona: non la bontà e neanche la cattiveria. Non la pervicacia e nemmeno la più convinta accidia. Quello che vi posso dire è che conviene sempre arrendersi alle proprie predisposizioni, fregandosene delle conseguenze
Augusto Germano Poncarè sta morendo, sul pavimento della redazione del quotidiano salernitano “Il Cittadino” di cui è stato il direttore.
La sua agonia è il pretesto con cui una misteriosa voce narrante ripercorre la storia della sua vita mentre lo osserva, compiaciuto, morire.
Così si snoda, attraverso il Secolo Breve, L’esemplare vicenda di Augusto Germano Poncarè, stimato intellettuale senza esserlo davvero, individuo capace di passare indenne attraverso il Fascismo e il ’68, frequentando Croce, Moravia, Flaiano e Pasolini, in un mondo delle lettere che sembra non avvedersi dell’equivoco e sullo sfondo di una Salerno corrotta, animata da personaggi mediocri e arrivisti.
Amleto De Silva scrive un romanzo lucido e disincantato, che con il ritratto avvincente di Poncarè ci restituisce il racconto di un’impostura come tante, tra le storture e le aberrazioni della società e l’amara sconfitta degli ideali.
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