L’Isola dei conigli
Autore: Elvira NavarroCollana: Phileas Fogg
Un falso inventore alleva conigli su un’isola deserta con lo scopo di distruggere nidi di uccelli dal nome sconosciuto. Una coppia in procinto di lasciarsi vaga per un rifugio inospitale. In un hotel, una donna inizia a sognare i sogni degli avventori. A una ragazza cresce un’insolita zampa di coniglio dall’orecchio. Una madre defunta apre un profilo Facebook per comunicare con la figlia. Nella notte, una specie estinta incontra un arciduca. A Parigi iniziano a scomparire tratti di viale.
Elvira Navarro, una delle scrittrici più acclamate del post modernismo spagnolo, ci conduce in un viaggio onirico dove niente è come sembra, tessendo undici storie inquietanti in cui la follia smargina i contorni, accoglie la paura e la racconta con una prosa esatta e tagliente.
In questi racconti i personaggi si perdono in stanze chiuse, isolotti fangosi, labirinti mentali che rompono la normalità e avvolgono in un rumore bianco in cui è impossibile fuggire.
La scrittura di Navarro trascina il lettore ai confini tra reale e fantastico, ponendosi sul crinale più esterno della razionalità e chiedendo al lettore di guardare a occhi aperti l’oscurità.
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La lavoratrice
0 di 5“Il talento letterario di questa autrice è un dono naturale… la vera avanguardista della sua generazione.” Enrique Vila-Matas
“Credo che la follia si nascondesse proprio lì, in quella pretesa al limite e allo stesso tempo minima, come inghiottire un centopiedi con l’insalata.”
Elisa lavora come redattrice per un grosso gruppo editoriale che la paga poco e con enormi ritardi, costringendola a mettere in affitto una delle stanze del suo appartamento nella periferia madrileña. A rispondere all’annuncio è Susana, teutonica figura dal misterioso passato. Ben presto il desiderio di saperne di più su Susana spinge Elisa a indagare sulla vita privata e lavorativa della sua coinquilina, che tuttavia le risponde laconica, raccontando storie fantastiche e incomplete, elementi di un puzzle verosimile, ma insoddisfacente. Le due donne, in una Madrid desolata e precaria che si fa terza protagonista del libro, si rivelano così l’una all’altra nella loro alienazione privata, avvinte dal potere delle loro stesse narrazioni. Ma ciò che si raccontano è davvero la loro vita, oppure solo un mosaico incompleto frutto di una latente pazzia?
Elvira Navarro – considerata una delle più importanti nuove voci della letteratura in lingua spagnola – con questo romanzo potente e intimo getta uno sguardo inedito sulla problematica più radicale dell’ultimo decennio, ovvero la precarietà lavorativa ed esistenziale e le sue conseguenze sulla stabilità mentale, indagata fino a lasciare in sospeso un’ultima, cruciale, domanda: la letteratura è un tipo di terapia, o la terapia una forma di letteratura?
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Farabeuf o la cronaca di un istante
0 di 5“Le sue opere sono il racconto di un’incursione (una penetrazione) in quella regione che è, per definizione, il dominio dell’inintelligibile: la notte oscura dell’anima e la notte, non meno oscura, del corpo”.
Il Premio Nobel Octavio Paz descriveva così le opere di Salvador Elizondo, raffinato autore messicano, di culto in America Latina, che ritorna in Italia con Farabeuf o la cronaca di un istante, il suo capolavoro, nella nuova traduzione di Giulia Zavagna e con un’introduzione di Alessandro Raveggi.
Farabeuf è un congegno narrativo spietato ed erotico, il tentativo estremo di raccontare un fermo immagine nel tempo di un racconto: l’istante di supplizio e piacere tra una coppia di amanti che giocano e si trasfigurano nel Dottor Farabeuf e la sua assistente, si travestono, cambiano maschere, viaggiano verso Oriente. Un libro sorprendente, un amalgama di amore, sesso e morte che attraverso una scrittura incisiva, corporea e avanguardista assieme, ritorna sui suoi passi e rilancia in modo magico, come un’arte combinatoria antica, l’esperienza del lettore contemporaneo.
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La parte inventata
0 di 5“Era parecchio tempo che non utilizzava i molti muscoli necessari per sorridere. Ci vogliono quattrocentotrenta muscoli per accendere un sorriso, mentre per i preliminari della rabbia o della tristezza, per aggrottare la fronte, servono soltanto trentaquattro muscoli. La matematica non mente e i calcoli sono esatti: si fa più fatica a essere felici che infelici.”«La parte inventata è un romanzo magnifico, una grande vittoria dell’immaginazione».
Enrique Vila-Matas, El País«Rodrigo Fresán è uno scrittore meraviglioso».
John BanvilleIn un mondo impazzito, dove gli autori non contano più molto, uno scrittore anziano e disilluso tenta di scomparire nel modo più definitivo possibile: viaggiando verso l’Hadron Collider, per fondersi con la particella di Dio e trasformarsi in una divinità onnipresente – quasi un Meta-Scrittore – capace di Riscrivere Tutto, la sua vita, i suoi ricordi.
Con umorismo pungente e uno stile brillante e ricercato, mescolando romanzo, autofiction e saggio pop, Rodrigo Fresán conduce il lettore in un viaggio fantasmagorico tra le sue ossessioni, in un frenetico tour de force tra genio e follia, famiglie spezzate e realtà parallele, esplorando i temi, a lui cari, dell’infanzia, della perdita e della memoria.
La parte inventata è la nuova, affascinante sfida letteraria della nostra contemporaneità, al pari di Infinite Jest, 2666 e L’arcobaleno della gravità. Dotato di una maestria che ricorda Nabokov, Pynchon, Gaddis e i maestri del postmodernismo, lo scrittore argentino offre al lettore una potente difesa della letteratura, ma soprattutto una celebrazione gioiosa della lettura e della scrittura, e di quelle parti inventate delle nostre vite, le storie che ci raccontiamo per dare forma al mondo.
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L’ultima vacanza, un’autobiografia
0 di 5“Il Dr. Martin Luther King aveva un sognoStevie Wonder aveva un sogno
Questo è un libro sui sogni”
Questa è la storia dell’Hotter than July tour, il tour con cui nel 1980 Stevie Wonder riunì
numerosi artisti internazionali per chiedere a gran voce che in America venisse istituito il
Martin Luther King Day.
Questa è la storia di come Gil Scott Heron abbia preso parte a quel tour, ma è anche la storia di
come un ragazzino afro americano del Tennessee sia riuscito a diventare uno scrittore, un
poeta, un musicista, il primo a inventare la spoken poetry, a tracciare il sentiero di quello che
sarebbe diventato il rap.
Questo è un libro in cui la storia di riscatto di un uomo si intreccia con la storia di riscatto di
un popolo e con il movimento per i diritti civili, diventando una storia universale.
È la storia di una rivoluzione non trasmessa in televisione.AcquistaQuick View -
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Nero, il gatto di Parigi
0 di 5“Potevo farcela. Potevo salire sulle nuvole e vedere l’Argentina di là dal mare.”
Quella che racconta Nero, il gatto di Parigi è la storia di un’amicizia speciale, capace di creare un ponte fra due solitudini: quella di un gatto randagio e scostante e quella di un bambino sradicato dalla propria terra a causa di una feroce dittatura.
Insieme vivranno una strepitosa avventura, grazie a un legame che valica i confini attraverso l’immaginazione e trasporta i suoi protagonisti al di là dal mare.
Nero, il gatto di Parigi è una favola senza tempo, fatta di amore per la libertà e per la propria terra, una storia velata di nostalgia ma ricca di poesia e di speranza, in grado di incantare i lettori di ogni età.
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Sangue e viscere al liceo
0 di 5“Il dolore peggiore del mondo è sentire, ma più acuto ancora è il dolore di essere sé stessi.”
Janey è solo una ragazzina, ma le tocca in sorte un viaggio di formazione e deformazione da incubo, che la vedrà coinvolta tra gang punk e amori incestuosi, intellettuali fascinosi come Genet e femministe privilegiate come la Jong. Tra sofferenza personale ed erotismo al limite, l’autrice trascina la sua protagonista in una tormentata Odissea incestuosa e corporale, senza mai farle perdere lo sguardo puro e innocente da adolescente, con cui assorbe, elabora e attraversa le brutture del mondo. Mescolando prosa, poesia, dramma, plagiarismo e “mappe dei sogni” illustrate, questo libro epocale è anche un manifesto del femminismo più anarchico ed inventivo, il capolavoro dell’erede indiscussa di William S. Burroughs.
La scrittura di Kathy Acker è virtuosa, esasperante, pazza, così sexy e dolorosa e dettata da un cuore selvaggio che nulla può domare. Una scrittrice di riferimento
Jeanette Winterson
Acker dà al suo lavoro il potere di rispecchiare l’anima del lettore… Una Colette postmoderna.
William S. Burroughs
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L’ultima vacanza. A memoir
0 di 5Scott-Heron scrive che è una meraviglia… sia da lettori, sia da fan, non possiamo che piangere la scomparsa di chi è sicuramente stato la pop star meno probabile di tutti i tempi, ma con una mente veramente brillanteInsert Content
Un libro bellissimo, ispirato e coinvolgente, come la più bella delle sue canzoni
Nel 1980 Stevie Wonder invitò Gil Scott-Heron e il suo gruppo ad accompagnarlo in un tour attraverso l’America: l’intento era quello di ideare insieme una festa nazionale in onore di Martin Luther King Jr. L’ultima vacanza è il racconto affascinante di cosa è accaduto durante il viaggio, e di come Heron si sia trovato coinvolto in un simile progetto. Cresciuto dalla nonna nel Tennessee, Scott-Heron parte dunque da umili origini per diventare poi uno dei musicisti più importanti della sua generazione: politicamente impegnato e con una forte coscienza sociale, selvaggiamente satirico ma profondamente empatico, viene definito “il padre del rap”. La morte inaspettata, nel 2011, ha determinato la scomparsa di uno degli artisti più eloquenti sulla faccia della terra: come ha avuto modo di dire Sarah Silverman, attrice e comica statunitense, “ha specchiato la bruttezza con la bellezza, l’audacia e il valore”. Autobiografia sentita e scritta meravigliosamente, L’ultima vacanza è piena di spunti sull’industria musicale, New York, il movimento per i diritti civili, l’America moderna, l’ipocrisia governativa, Stevie Wonder e il nostro posto in questo mondo. È un testamento adatto al genio generoso di Gil Scott-Heron e agli spiriti che l’hanno accompagnato.
• dimensione 14X22
• 262 pagine
• isbn 978-88-97089-41-4ScegliQuick View -
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Chouquette
0 di 5«Sono venuta con mio nipote».
«Con tuo nipote? E da quand’è che avresti un nipote?»
«Da quando non ho più un cane» ribattè a tono Catherine.
Catherine ha sessantaquattro anni, un bell’aspetto e molta voglia di godersi la vita, ma ha anche un ex marito che l’ha sempre tradita e di cui aspetta ancora il ritorno, una figlia in missione umanitaria in Africa e un nipote, Lucas, a cui non ha nessuna intenzione di fare da nonna, tanto da farsi chiamare da lui con il soprannome di gioventù: Chouquette.
Quando però Lucas prende la varicella e viene allontanato dal campo estivo in cui i suoi genitori lo hanno lasciato prima di partire, Chouquette è costretta a portarlo con sé a Saint Tropez e reinventarsi nonna per scoprire, insieme a lui, l’importanza degli affetti e di ciò che tramandiamo.
In Chouquette Émilie Frèche ci trascina per tre giorni in una Saint Tropez scintillante nonostante la grave crisi economica sullo sfondo, tra party della Durex e feste in yacht, tratteggiando con grazia e ironia un personaggio irresistibile, quello di una nonna sull’orlo di una crisi di nervi che finirà per ritrovare sé stessa nei piccoli, preziosi gesti quotidiani e nell’amore di Lucas.AcquistaQuick View