
Terrore, amore e poi ancora terrore
Autore: MalesangueCollana: Penne«È proprio vero che tutto ti tradisce, disse. Anche tu, anche
tu, anche se non lo avrei mai immaginato, o forse sì.
Poi, dopo un attimo di silenzio, mentre una piccola onda gli
bagnava la schiena, chiese: perché l’hai fatto?
L’amico si alzò, si avvicinò a riva e gli tese la mano: perché
tutto, tutto possa tradirti ancora, disse.»
Lucia ogni notte prima di andare a dormire poggia la scatola nera del suo cuore sul comodino. Il signor Dannoso, agente letterario in pensione, osserva la morte altrui dal suo letto d’ospedale e lì si imbatte nell’ultimo manoscritto che valuterà. Vida è una santa, impudica come solo gli innocenti sanno essere.
Sono alcuni dei protagonisti di Terrore, amore, poi ancora terrore, una raccolta di sei racconti sospesi tra l’onirico e il reale, in cui si intrecciano rimandi e situazioni perturbanti in una partita aperta tra lettore e autore.
Malesangue scava nella scrittura con uno stile inconfondibile, omaggiando e uccidendo i propri padri letterari, cimentandosi in un modo nuovo di pensare la letteratura nella continua ricerca di ciò che suscita Terrore, amore e poi ancora terrore, e che per questo merita di essere esperito.
Malesangue è un’entità anonima e collettiva. Nel decennio 2009-2019 ha prodotto racconti e altri misteriosi oggetti letterari su malesangue.com.
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Il peso minimo della bellezza
0 di 5Questo è il tuo bacio. Il tuo peso, venti chili d’amore. Il segno indelebile che vuoi lasciarle
“Questo è il tuo bacio. Il tuo peso, venti chili d’amore. Il segno indelebile che vuoi lasciarle.” Una madre e un figlio sono il nucleo attorno al quale ruota la narrazione del fulminante romanzo d’esordio di Azzurra de Paola, un microcosmo chiuso e autarchico in cui un giorno appare il Dottore, un uomo “perbene” e dalla singolare capacità d’amare, la cui presenza sconvolgerà per sempre i destini dei protagonisti. Grazie a una prosa poetica, dolcissima e violenta insieme, Il peso minimo della bellezza racconta, con forza straordinaria, i piccoli drammi e le enormi sofferenze di questo triangolo amoroso, rivelando al lettore i lati oscuri e taciuti della forma d’amore più pura che esista, quella tra madre e figlio.
• dimensione 15X20
• 184 pagine
• 12 €
• isbn 978-88- 97089-95 – 7ScegliQuick View -
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La forma della farfalla
0 di 5Oggi, ore 10:25
Un asteroide colpisce la Terra senza alcun preavviso.
Nel punto d’impatto sorge un piccolo centro commerciale.
All’interno c’erano almeno cinquantadue persone.
La forma della farfalla è la configurazione che prendono i detriti, le cose e il cielo dopo che un asteroide ha impattato su un piccolo centro commerciale, disintegrandolo. All’interno, cinquantadue persone raccontano la loro storia, i pensieri che attraversano la loro mente al momento dello schianto, in una Spoon River contemporanea dove non resta più nulla, tranne le voci. L’astronauta, l’astrologo, la commessa, il contadino, ma anche il mare, il blu, il giallo, il verde, Dio, l’apostata, il sole, sono i personaggi di questa narrazione, archetipi senza tempo raccontati per frammenti e tenuti insieme da una solida coerenza testuale, dalla scia di un asteroide che cambia tutto in un istante. Romanini racconta con padronanza di stile, che sfiora la prosa poetica, un mondo che sta per essere sommerso e che invece si perpetua nell’esistenza mitica dell’umanità.
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Strategia dell’addio
0 di 5“Le parole di Elena Mearini sprigionano un’energia smagliante e guerriera. La sua non è mai contemplazione del mondo: è sempre combattimento.” Raoul Montanari
Strategia dell’addio è la storia poetica di un amore e di un abbandono raccontato in versi. La parabola di un amore infelice, dalla solitudine, all’incontro, alla crisi fino al superamento del dolore, è descritta e sviscerata attraverso brevi didascalie del quotidiano, istanti fermati e scandagliati con occhio acuto e penna affilata, capace di esercitare con precisione chirurgica la dolcezza e la crudeltà necessarie a sopravvivere. Il linguaggio di Elena Mearini e si fa di volta in volta strumento d’indagine, espressione di dolore, rassegnata tenerezza, lotta indomita contro la sofferenza, sorriso con cui guardare a un addio, in una sinfonia di sensazioni che diviene cifra di un sentire universale. Contraltare a questo canto intimo e struggente, i disegni dell’illustratrice Clara Patella, il cui tratto netto, aperto, minimale ma dotato di delicatezza e profondità, dona risalto alla scrittura poetica, aiutando il lettore a trovare la propria Strategia dell’addio.
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Le cose imperfette
0 di 5Dove ho imparato quasi tutto
quasi niente – dove, che è
da nessuna parte – dove
andiamo noi, la fine dell’Asse
Mediano, là dove finisce.Le cose imperfette è un libro sulle persone e sulle loro storie: note o sconosciute, amici o donne e uomini mai incontrati, vivi o morti che siano. Alcuni hanno un nome, altri non ce l’hanno, tutti hanno un volto, tutti quanti fanno memoria.
I migranti, la donna amata, gli affetti familiari, Roberto Bolaño, David Bowie, Stefano Cucchi, David Foster Wallace, Silvina Ocampo, Milo De Angelis, Michele Mari, gli altri sono le cose imperfette e ognuno di loro è un pezzo del tempo che ci rimane. È un libro fatto di asfalto e mare, di divani e sedili di treni e di molte cose sconosciute.
Tre capitoli che si portano addosso una domanda sul futuro, un’altra sulla fortuna che abbiamo e nessuna risposta, come se la marea, nel suo ritrarsi, avesse lasciato una scia di occhi, volti, mani e parole che le poesie hanno raccolto.
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La variabile umana
0 di 5Non ci abitiamo mai completamente
spesso siamo un sottano
a volte una villa con giardino
raramente siamo casa e bottega
arredata con gusto.In un mondo alla deriva, in cui le azioni umane ci hanno posto fuori dal cerchio della
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Le poesie di Elisabetta Stragapede tengono in mano un filo perduto, quello della
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Hotel Lagoverde
0 di 5«Caro lettore, questa raccolta di racconti ha una peculiarità. Puoi leggere un racconto al giorno, per conciliarti il sonno; ma se preferisci le storie lunghe sappi che i racconti dell’Hotel Lagoverde sono legati assieme da un filo che li tiene stretti l’uno all’altro come fossero tutti parte di un’unica, più complessa, storia.»Gianluigi Bodi
Caro lettore, sei mai stato all’Hotel Lagoverde?
Non ci sono indicazioni sulle mappe, ma se l’Hotel ti è destinato sicuramente troverai il modo per arrivarci.
Lì, in un tempo sospeso in cui tutto è possibile, ogni stanza racconta una storia: chi ritrova il desiderio, qualcuno affoga nel passato, altri rimangono intrappolati in un istante sempre uguale a sé stesso, alcuni perdono il senno, altri lo ritrovano.
Dieci scrittori hanno prestato la loro voce agli avventori dell’Hotel Lagoverde, dando vita a una narrazione suggestiva e inquietante, conclusa e collettiva al tempo stesso, al confine di un luogo sconosciuto e delle nostre stesse paure.
Entra pure, lettore, nelle stanze dei racconti di Gianluigi Bodi, Emanuela Canepa, Alessandro Cinquegrani, Cristò, Domenico Dara, Giulia Mazzi, Michele Orti Manara, Daniela Morano, Ivano Porpora e Paolo Zardi, sarai il benvenuto.
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L’esemplare vicenda di Augusto Germano Poncarè
0 di 5Niente funziona: non la bontà e neanche la cattiveria. Non la pervicacia e nemmeno la più convinta accidia. Quello che vi posso dire è che conviene sempre arrendersi alle proprie predisposizioni, fregandosene delle conseguenze
Augusto Germano Poncarè sta morendo, sul pavimento della redazione del quotidiano salernitano “Il Cittadino” di cui è stato il direttore.
La sua agonia è il pretesto con cui una misteriosa voce narrante ripercorre la storia della sua vita mentre lo osserva, compiaciuto, morire.
Così si snoda, attraverso il Secolo Breve, L’esemplare vicenda di Augusto Germano Poncarè, stimato intellettuale senza esserlo davvero, individuo capace di passare indenne attraverso il Fascismo e il ’68, frequentando Croce, Moravia, Flaiano e Pasolini, in un mondo delle lettere che sembra non avvedersi dell’equivoco e sullo sfondo di una Salerno corrotta, animata da personaggi mediocri e arrivisti.
Amleto De Silva scrive un romanzo lucido e disincantato, che con il ritratto avvincente di Poncarè ci restituisce il racconto di un’impostura come tante, tra le storture e le aberrazioni della società e l’amara sconfitta degli ideali.
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Uno a testa
0 di 5Nell’universo distopico di Uno a testa a tutti è concessa, una volta nella vita, licenza di uccidere.
Magnifico, vero? Chi non l’ha sognato! Ma attenzione: quando i sogni si avverano, possono
diventare incubi. Un romanzo folgorante e paradossalmente attualissimo.Giancarlo De Cataldo
Nella Repubblica Commerciale, dove tutto è regolamentato dalla GigaCorp, c’è un Prima e un
Dopo la promulgazione della Legge n. 40904, fortemente voluta dal Senatore Flour, che
consente a ogni cittadino, per diritto di nascita, di poter usufruire di un colpo di pistola a testa, una licenza di uccidere contro qualsivoglia persona, animale o cosa, per cui è lecito qualsiasi movente e senza conseguenze giuridiche o penali.
Questo dice la legge, per garantire l’ordine sociale occorre almeno una valvola di sfogo. Il costo in termini di vite umane è ininfluente alla luce dell’equilibrio sociale che ne deriva. Ma cosa comporta nella vita della gente questa mostruosità? Come cambiano i rapporti sociali?
Il Prima e il Dopo investono anche la vita di Sean, biologo marino finalmente a una svolta nella sua carriera, e di Jackie, la sua compagna, che si troveranno coinvolti una trasformazione epocale, in un susseguirsi di colpi di scena che lascia col fiato sospeso fino all’ultima pagina.
A quasi vent’anni dalla sua prima pubblicazione, torna in libreria Uno a testa, potentissimo
romanzo distopico di Michela Volante, un libro che costringe il lettore a confrontarsi con le
possibili distorsioni del sistema democratico in nome della sicurezza e del farsi giustizia da sé, proiettandolo in un universo dove tutto è possibile e che appare, soprattutto oggi, prepotentemente attuale.Michela Volante è nata a Torino e da sempre vive nella stessa casa piena di storie e di libri. Occuparsi di scrittura sotto varie forme le è dunque venuto naturale ed è editor, scrittrice, traduttrice e autrice di testi per le scuole. Come narratrice ha esordito nel 2004 con il romanzo Domani andrò sposa (Frassinelli) seguito, due anni dopo, dalla prima edizione di Uno a testa. Studiosa di letteratura delle donne, pittrice, produttrice musicale, pratica e insegna hatha yoga e si destreggia fra due gatte e un giardino, tutti e tre assai esigenti.
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Una storia sbagliata
0 di 5Giancarlo Visitilli semina in questa storia gli alberi della compassione e
dell’empatia. Non fanno frutti immediati, ma col tempo crescono e sotto le
loro fronde ci si ripara dal male. Fanno frutto nel futuro lontano, dove agli
uomini conviene davvero guardare.Mario Desiati
Saverio ha sedici anni, una vita familiare difficile e una rapina finita male
alle spalle. Anche Anna ha sedici anni, frequenta il liceo classico e
proviene da una famiglia benestante di Bari. Il destino che li unisce sarà lo
stesso che li dividerà, uno in carcere, l’altra fuori ad aspettarlo e a cercare
notizie sul suo conto. Fra loro la scuola, gli assistenti sociali e i familiari ma
anche il teatro, la
letteratura, il cinema e la musica come ancora di salvezza, tentativi di
sfuggire a un destino.
Giancarlo Visitilli nel suo romanzo d’esordio ci accompagna in una Bari
dicotomica, fatta di case borghesi e periferie degradate che fanno da
sfondo a Una storia sbagliata come tante, in cui si fronteggiano amore e
violenza e che si muove in una geografia fatta di spazi umani, rette
parallele senza punti fissi, dove l’unica speranza che resta è nello sguardo
degli adolescenti.
Una storia senza redenzione, in cui lo spazio e il tempo rimangono
categorie adatte solo per il volo, per andare via senza previsione di ritorno.AcquistaQuick View -
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Sergente Romano
0 di 5In maniera sommessa ma tagliente Cardetta si avvicina all’epica di Tomasi di Lampedusa
In questo libro ci sono tutti gli ingredienti di una sceneggiatura hollywoodiana di ferro fatta per piacere e al tempo stesso racconta il nostro presente e il nostro passato
1861: l’Italia (quasi) unita è il caos di una nascente 1 nazione, un guazzabuglio di fazioni in contrasto, tra borbonici, mazziniani, liberali, clero e i Savoia che smantellano il passato regime, introducono tasse e coscrizione. Sergente Romano è la storia vera e sgangherata di un manipolo di sbandati che il 28 luglio 1861 assaltò Gioia del Colle, in Puglia, quale primo atto di un’insurrezione popolare che avrebbe incendiato il Sud Italia negli anni a venire. A capo di quel manipolo di grotteschi, lirici rivoltosi dalla parte sbagliata della storia, Pasquale Domenico Romano, ex sergente dell’esercito borbonico, che per casualità, amore e vendetta, finirà per essere ricorda to come uno dei più importanti protagonisti del banditismo post-unitario: il più romantico, il più sconosciuto. Tra numerosi documenti storici e una prosa scattante, asciutta, scorre crudo e selvaggio questo romanzo che vuol dare voce ai vinti, quei contadini incapaci di reggere un fucile in mano, che spesso finivano fuori legge quasi senza accorgersene. Il ritratto di un’epoca di transizione che sembra non voler ancora finire.
• dimensione 15X20
• 174 pagine
• 12 €
• isbn 978-88-97089-87-2ScegliQuick View