
Le cose imperfette
Autore: Gianni MontieriCollana: Penne
quasi niente – dove, che è
da nessuna parte – dove
andiamo noi, la fine dell’Asse
Mediano, là dove finisce.
Le cose imperfette è un libro sulle persone e sulle loro storie: note o sconosciute, amici o donne e uomini mai incontrati, vivi o morti che siano. Alcuni hanno un nome, altri non ce l’hanno, tutti hanno un volto, tutti quanti fanno memoria.
I migranti, la donna amata, gli affetti familiari, Roberto Bolaño, David Bowie, Stefano Cucchi, David Foster Wallace, Silvina Ocampo, Milo De Angelis, Michele Mari, gli altri sono le cose imperfette e ognuno di loro è un pezzo del tempo che ci rimane. È un libro fatto di asfalto e mare, di divani e sedili di treni e di molte cose sconosciute.
Tre capitoli che si portano addosso una domanda sul futuro, un’altra sulla fortuna che abbiamo e nessuna risposta, come se la marea, nel suo ritrarsi, avesse lasciato una scia di occhi, volti, mani e parole che le poesie hanno raccolto.
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Ipotesi del vero
0 di 5Quanti hanno dentro un dolore
imparato a memoria come una poesia
che se la dici canta
che se lo chiami muore.
Il nuovo libro di Giorgio Ghiotti sono due: Ipotesi del vero e L’andare e l’addio. Uno ha un titolo pacatamente razionale, l’altro ha un più incalzante passo sentimentale. Possono essere letti come due libri autonomi e persino molto eterogenei. Eppure l’autore ha voluto ricomprenderli sotto il titolo comune Ipotesi del vero, come se il secondo fosse il rovescio e la verifica del primo.
Il primo è un libro dei ritorni, possibili e impossibili: quello del poeta a Roma e quello dei morti. Il secondo è un libro dedicato a un bambino: non è un libro per bambini, ma la testimonianza affidata a un bambino da un adulto.
Praticare la poesia come Ipotesi del vero significa per Ghiotti dire una cosa due volte: prima ai morti, e poi a un bambino. Fare in modo che le proprie parole inverino quelle dei morti e che un bambino non si senta un giorno tradito da ciò che gli è stato consegnato.
dalla postfazione di Carmelo Princiotta
Giorgio Ghiotti (Roma, 1994) ha pubblicato, tra gli altri, Dio giocava a pallone (nottetempo), Gli occhi vuoti dei santi (Hacca, finalista ai premi Flaiano e Mastercard), Atti di un mancato addio (Hacca), Le cattività domestiche (Fve). In poesia: Estinzione dell’uomo bambino (Perrone), La città che ti abita (Empirìa), Alfabeto primitivo (Perrone), La via semplice (Ensemble, Premio Paolo Prestigiacomo), Biglietti prima di andare (Ensemble). Scrive sulle pagine culturali de il manifesto.
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Il peso minimo della bellezza
0 di 5Questo è il tuo bacio. Il tuo peso, venti chili d’amore. Il segno indelebile che vuoi lasciarle
“Questo è il tuo bacio. Il tuo peso, venti chili d’amore. Il segno indelebile che vuoi lasciarle.” Una madre e un figlio sono il nucleo attorno al quale ruota la narrazione del fulminante romanzo d’esordio di Azzurra de Paola, un microcosmo chiuso e autarchico in cui un giorno appare il Dottore, un uomo “perbene” e dalla singolare capacità d’amare, la cui presenza sconvolgerà per sempre i destini dei protagonisti. Grazie a una prosa poetica, dolcissima e violenta insieme, Il peso minimo della bellezza racconta, con forza straordinaria, i piccoli drammi e le enormi sofferenze di questo triangolo amoroso, rivelando al lettore i lati oscuri e taciuti della forma d’amore più pura che esista, quella tra madre e figlio.
• dimensione 15X20
• 184 pagine
• 12 €
• isbn 978-88- 97089-95 – 7ScegliQuick View -
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Hotel Lagoverde
0 di 5«Caro lettore, questa raccolta di racconti ha una peculiarità. Puoi leggere un racconto al giorno, per conciliarti il sonno; ma se preferisci le storie lunghe sappi che i racconti dell’Hotel Lagoverde sono legati assieme da un filo che li tiene stretti l’uno all’altro come fossero tutti parte di un’unica, più complessa, storia.»Gianluigi Bodi
Caro lettore, sei mai stato all’Hotel Lagoverde?
Non ci sono indicazioni sulle mappe, ma se l’Hotel ti è destinato sicuramente troverai il modo per arrivarci.
Lì, in un tempo sospeso in cui tutto è possibile, ogni stanza racconta una storia: chi ritrova il desiderio, qualcuno affoga nel passato, altri rimangono intrappolati in un istante sempre uguale a sé stesso, alcuni perdono il senno, altri lo ritrovano.
Dieci scrittori hanno prestato la loro voce agli avventori dell’Hotel Lagoverde, dando vita a una narrazione suggestiva e inquietante, conclusa e collettiva al tempo stesso, al confine di un luogo sconosciuto e delle nostre stesse paure.
Entra pure, lettore, nelle stanze dei racconti di Gianluigi Bodi, Emanuela Canepa, Alessandro Cinquegrani, Cristò, Domenico Dara, Giulia Mazzi, Michele Orti Manara, Daniela Morano, Ivano Porpora e Paolo Zardi, sarai il benvenuto.
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antologia poetica
0 di 5il mio interlocutore
è solo
l’assoluto,
solo con lui io fotto
solo con lui
mi illudo.
Letta e apprezzata fin dagli esordi da Dacia Maraini, Attilio Bertolucci, Natalia Ginzburg e soprattutto Franco Fortini, la poesia di Anna Cascella Luciani si presenta nuovamente al pubblico con un’antologia d’autrice.
In versi lievi, ironici e puntuti, la poetessa delle voglie e degli amori terreni torna a parlarci di storie umane e divine, intrecciando antichi miti a uno sguardo lucidissimo sul mondo, di cui sa cogliere insieme la bellezza e l’orrore.
La levità di Cascella Luciani non è mai banale svagatezza, ma conquista etica e poetica, come rivela la scienza epigrammatica dell’autrice.
La squisita fattura dei versi non ne opacizza mai la sorprendente forza comunicativa, la capacità di parlare a tutti, dopo aver posato lo sguardo su una rondine o una rosa, un ricciolo, un gioiello o degli stivaletti, un foglio di giornale o il corpo di una madre.
Sorella di tutto ciò che esiste, Anna Cascella Luciani non si è mai pensata come una poetessa di nicchia. Pluripremiata, fintanto che la malattia non l’ha ridotta in una specie di confino, la sua opera ha patito la distrazione di certa società letteraria, ma giovani generazioni di poeti guardano a lei come a una maestra ingiustamente in ombra.
Questo libro è per tutte le lettrici e i lettori che, senza saperlo, la stanno nuovamente aspettando.
dalla prefazione di Carmelo Princiotta
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Overlove
0 di 5In amore ogni terrore è un ordine
Cosa siamo disposti a fare per amore? Tutto, anche lasciarci. Anna sta con Carmine da tre anni. Carmine è sposato e ha una figlia. Anna no. Si prendono e si lasciano diverse volte in un tira e molla di passione e senso di colpa. Carmine è un sofisticato cantautore indipendente che tenta la carriera nazional popolare per sbarcare il lunario. Passa le giornate rinchiuso nel suo studio di registrazione, alternando la fase creativa all’ossessione del controllo del peso. Rancoroso e frustrato, non ha il coraggio di cambiare vita. Fino a quando il cambiamento non glielo serve Anna su un piatto d’argento. Un pegno d’amore. In una Puglia dai colori vivi e velata di un’ironica malinconia, Anna lascia Carmine. Fino al momento prima, niente sembra essere cambiato. Ben presto la mancanza diventa un sentimento ambiguo: non è dolore per qualcosa che non c’è più ma per qualcosa che è avanzato e non è abbastanza. Intorno ai due protagonisti gravita la sgangherata umanità contemporanea: anaffettivi cronici, artisti egocentrici, goffi ipocondriaci, i nuovi ricchi dell’Est europeo e gli ex benestanti italiani minacciati dalla povertà borghese. La scrittura di Alessandra Minervini procede per sottrazione e frammenti, creando nel lettore un senso di dipendenza. Si perde e si ritrova qualcosa: un amore, una vita, un desiderio, se stessi.
• dimensione 15X20
• 208 pagine
• 12 €
• isbn 978-88- 97089-93 – 3ScegliQuick View -
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L’esemplare vicenda di Augusto Germano Poncarè
0 di 5Niente funziona: non la bontà e neanche la cattiveria. Non la pervicacia e nemmeno la più convinta accidia. Quello che vi posso dire è che conviene sempre arrendersi alle proprie predisposizioni, fregandosene delle conseguenze
Augusto Germano Poncarè sta morendo, sul pavimento della redazione del quotidiano salernitano “Il Cittadino” di cui è stato il direttore.
La sua agonia è il pretesto con cui una misteriosa voce narrante ripercorre la storia della sua vita mentre lo osserva, compiaciuto, morire.
Così si snoda, attraverso il Secolo Breve, L’esemplare vicenda di Augusto Germano Poncarè, stimato intellettuale senza esserlo davvero, individuo capace di passare indenne attraverso il Fascismo e il ’68, frequentando Croce, Moravia, Flaiano e Pasolini, in un mondo delle lettere che sembra non avvedersi dell’equivoco e sullo sfondo di una Salerno corrotta, animata da personaggi mediocri e arrivisti.
Amleto De Silva scrive un romanzo lucido e disincantato, che con il ritratto avvincente di Poncarè ci restituisce il racconto di un’impostura come tante, tra le storture e le aberrazioni della società e l’amara sconfitta degli ideali.
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Ampi Margini
0 di 5C’erano ampi margini, confini,
scatti da fare sul fondo, e l’erba
tagliata male. Crossare al centro.
Uno a saltare di testa, potevamo
crescere, raddoppiare in difesa.
Poi cosa è successo? Uno ha preso
un treno, uno è saltato di testa
o per aria.
I versi di Ampi margini raccontano di Sud, di adolescenza, di affetti, di cose che non si dimenticano, di morte, di infanzia, di posti in cui era vietato sognare. Sono testi che hanno a che fare con i ritorni: come si ritorna, come si riconosce il luogo, come si fa pace con i nostri passati. Poesie che tentano qualche domanda senza trovare risposta.
Gianni Montieri porta a termine un lavoro e un viaggio, dalla periferia di Napoli a quella di San Paolo, passando da Milano, attraversando il muro di Berlino fino all’acqua di Venezia, e nel vagone prende posto il perdono e si conversa dell’aver cura di tutto, di ciò che è stato, di ciò che abbiamo imparato, di ciò che abbiamo perduto, di chi si ama, dei giorni a venire. C’erano ampi margini, confini apre un verso e indica la strada, il confine tra dolore e felicità è sottile, come la linea di candele accese / rosario che divide la vita dalla morte.
- dimensione 15×20
- 182 pagine
- 15 euro
- ISBN 978-88-94922-26-4
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Uno a testa
0 di 5Nell’universo distopico di Uno a testa a tutti è concessa, una volta nella vita, licenza di uccidere.
Magnifico, vero? Chi non l’ha sognato! Ma attenzione: quando i sogni si avverano, possono
diventare incubi. Un romanzo folgorante e paradossalmente attualissimo.Giancarlo De Cataldo
Nella Repubblica Commerciale, dove tutto è regolamentato dalla GigaCorp, c’è un Prima e un
Dopo la promulgazione della Legge n. 40904, fortemente voluta dal Senatore Flour, che
consente a ogni cittadino, per diritto di nascita, di poter usufruire di un colpo di pistola a testa, una licenza di uccidere contro qualsivoglia persona, animale o cosa, per cui è lecito qualsiasi movente e senza conseguenze giuridiche o penali.
Questo dice la legge, per garantire l’ordine sociale occorre almeno una valvola di sfogo. Il costo in termini di vite umane è ininfluente alla luce dell’equilibrio sociale che ne deriva. Ma cosa comporta nella vita della gente questa mostruosità? Come cambiano i rapporti sociali?
Il Prima e il Dopo investono anche la vita di Sean, biologo marino finalmente a una svolta nella sua carriera, e di Jackie, la sua compagna, che si troveranno coinvolti una trasformazione epocale, in un susseguirsi di colpi di scena che lascia col fiato sospeso fino all’ultima pagina.
A quasi vent’anni dalla sua prima pubblicazione, torna in libreria Uno a testa, potentissimo
romanzo distopico di Michela Volante, un libro che costringe il lettore a confrontarsi con le
possibili distorsioni del sistema democratico in nome della sicurezza e del farsi giustizia da sé, proiettandolo in un universo dove tutto è possibile e che appare, soprattutto oggi, prepotentemente attuale.Michela Volante è nata a Torino e da sempre vive nella stessa casa piena di storie e di libri. Occuparsi di scrittura sotto varie forme le è dunque venuto naturale ed è editor, scrittrice, traduttrice e autrice di testi per le scuole. Come narratrice ha esordito nel 2004 con il romanzo Domani andrò sposa (Frassinelli) seguito, due anni dopo, dalla prima edizione di Uno a testa. Studiosa di letteratura delle donne, pittrice, produttrice musicale, pratica e insegna hatha yoga e si destreggia fra due gatte e un giardino, tutti e tre assai esigenti.
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Il narratore di verità
0 di 5“Cos’è la verità? La verità ha molte facce. È tutto e il contrario di tutto. E a volte può persino coincidere con un bugia.”
Lucio Blumenthal svolge un lavoro inusuale: gira il mondo come narratore di verità, aiuta le persone a confessare ciò che non riescono a dire agli altri.
Sarà il suo bizzarro mestiere a richiamarlo in Val di Brodima, dopo aver ricevuto una strana lettera nella quale suo padre Gildo, che non vede da vent’anni, gli chiede aiuto per riprendere i contatti con una donna misteriosa, Sara.
Lucio si ritroverà coinvolto in un mondo fitto di intrighi e menzogne, che lo costringeranno ad affrontare la sua verità, celata da falsi indizi e apparenze, e a svelare segreti molto più grandi e pericolosi, che finiranno per sconvolgere l’intera valle.
Tiziana D’Oppido esordisce con un romanzo avvincente, dotato di uno stile originale che coinvolge il lettore pagina dopo pagina, in un susseguirsi di colpi di scena, sino al pirotecnico finale.ScegliQuick View -
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Il grande regno dell’emergenza
0 di 5L’immaginario cataclismatico di Raveggi può non piacere a tutti, ma raffigura bene le esplosioni psichiche che risultano quando l’Italietta per bene incontra i mali di un mondo molto più vasto e complesso
Questi racconti sono carotaggi del Perturbante da cui Raveggi estrae campioni di densità emotiva tanto profonda da sembrare visionaria
“Raveggi ha architettato dei congegni letterari la cui forma è il contrario di quei racconti che sono romanzi bonsai: qui abbiamo romanzi dentro stampi di racconto” Luca Ricci, dall’introduzione Catastrofi amorose, catastrofi naturali, catastrofi familiari: vertigini personali su larga scala. In questa raccolta di racconti troverete commiati estenuanti a un padre orco di tre figli mascherati, maestri che devono salvare i propri alunni da un terremoto, amare fughe di padri e loro pargoli, vite magiche e metamorfosi di esuli e studenti italiani, un bambino in guerra che allucina fantasmi per la troppa fame. Alcune di queste storie sono poi ambientate all’estero: in un ristorante a Tribeca, sotto la neve a Charlottenburg, in una strada fangosa d’Uganda, in una performance vivente in California, nella comunità italiana a Città del Messico, su un aereo diretto a Londra in compagnia della Parca. O spesso a Firenze: città museo rinascimentale e contemporaneo, città irremovibile feticcio, città per elegie fantascientifiche, città di notturni emblematici e incontri erotici,ma anche la città liberata dell’agosto 1944. Un tragicomicoRegno dell’Emergenza, di vite in viaggio pericolante tra il passato e il futuro, tra la storia e quello che ne sarà di noi.
• dimensione 15X20
• 150 pagine
• 10 €
• isbn 978-88-97089-89-6ScegliQuick View